"Davi" de Michelangelo completa 500 anos |
Por Philip Pullela
FLORENÇA (Reuters) - A maioria
das mulheres concordaria que ele tem um bonito traseiro. Alto, com
músculos parecidos aos de um ator do seriado "Baywatch", ele é capaz de
fazer pessoas de ambos os sexos babarem. Só um pequeno detalhe: está
prestes a celebrar seu aniversário de 500 anos. Ele é Davi, obra de
Michelangelo.
"Eu sabia que ele era velho,
mas não sabia que está completando 500 anos", disse Pat Fisico, uma
turista canadense em Florença. "Acho que ele não parece ter nenhum dia a
mais que 22 anos. Espero que esteja por aqui por mais 5 mil anos."
Na quarta-feira, 500 anos
depois que o ícone de beleza masculina renascentista foi mostrado ao
público em Florença pela primeira vez, os italianos darão início a um
ano de eventos para celebrar a data.
Haverá shows, fogos de
artifício, conferências e exposições. E, claro, uma camiseta oficial dos
500 anos de Davi.
A intenção, no entanto, é que
o aniversário de uma das estátuas nuas mais famosas do mundo faça as
pessoas olharem para o futuro e não para o passado.
"Nós queremos que o
aniversário de 500 anos incentive o debate, desafie as pessoas sobre o
que a arte é hoje, não somente sobre o que era há 500 anos", afirmou
Antonio Paolucci, superintendente de museus da cidade, ao apresentar os
eventos.
Para criar uma conexão da arte
antiga com a nova serão retirados todos os quadros renascentistas que
estão na ala onde está Davi. Eles serão substituídos por trabalhos
contemporâneos inspirados na estátua.
Cinco artistas -George
Baselitz, Luciano Fabro, Jannis Kounellis e Robert Morris- mostrarão
seus trabalhos nas sombras de Davi.
Michelangelo tinha 26 anos
quando esculpiu Davi, que tem mais de 4 metros de altura. A estátua foi
feita entre 1502 e 1504 de uma única peça de mármore de baixa qualidade
rejeitada por outros escultores.
No começo deste ano,
restauradores começaram uma limpeza na estátua. Alguns chamaram o
processo de um banho de 600 mil dólares.
(©
UOL Diversão & Arte)
Tanti auguri David
Compie
500 anni (proprio oggi!) il David di Michelangelo. Simbolo della
libertà repubblicana fu scolpito in um blocco di marmo difettoso da
Michelangelo a soli ventisei anni. Oggi è una delle statue più
famose del mondo, che Firenze si prepara a festeggiare…
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martedì 7 settembre 2004
“… Et egli quando ella [la statua del David] fu murata e
finita la discoperse e veramente che quest’opera ha tolto il grido a
tutte le statue moderne et antiche o greche o latine che fussero”
(Giorgio Vasari). Era l’8 settembre 1504 quando Michelangelo
Buonarroti (Caprese, 1475 – Roma 1564) rivelava agli occhi
stupiti dei fiorentini raccolti in Piazza della Signoria il suo
gigante di marmo.
Il monumento gli era stato commissionato nel 1501 dall’Opera del
Duomo che originariamente l'aveva destinato alla cattedrale
fiorentina di Santa Maria del Fiore. David era un’immagine
ricorrente nella cultura fiorentina del Rinascimento: l’eroe biblico
che aveva combattuto contro il tiranno, armato solo di una fionda e
della fede in Dio, era considerato il simbolo della libertà
repubblicana. Ed era da poco che la Repubblica era stata restaurata
a Firenze, dopo la cacciata di Piero dei Medici figlio di Lorenzo il
Magnifico.
A Michelangelo fu affidato un enorme blocco di marmo che altri
scultori prima di lui avevano cominciato a scolpire (Agostino di
Duccio nel 1464 e Antonio Rossellino nel 1476). Tutti
avevano abbandonato presto l’impresa lamentando la cattiva qualità
del materiale. Michelangelo, appena ventiseienne, non si lasciò
intimidire.
Nel gennaio del 1504, quando la statua era quasi finita, la
repubblica fiorentina nominò una commissione della quale facevano
parte numerosi artisti (tra i quali Leonardo da Vinci,
Sandro Botticelli, Filippino Lippi e Pietro Perugino) per
decidere dove collocare il David. Era decaduta, non sappiamo per
quale motivo, l’ipotesi che la statua avrebbe ornato l’esterno della
cattedrale. La commissione decise di porre l’enorme statua, il
Gigante, come era chiamato il blocco di marmo nel quale Michelangelo
l’aveva scolpita, in Piazza della Signoria di fronte al Palazzo
Vecchio, nel cuore politico della città. Gli avrebbe fatto posto il
gruppo scultoreo di Donatello raffigurante Giuditta
e Oloferne. L’opera vi fu trasportata (dal cortile dell’Opera del
Duomo dove Michelangelo in gran segreto l’aveva scolpita) nel maggio
del 1504, all’interno di una struttura che ne impediva la vista.
Michelangelo la terminò sul posto, probabilmente ricoprendola con
una sostanza protettiva che la riparasse. Forse in questa fase
finale l’artista stese anche un sottile velo di doratura sulla
cinghia della fionda che David ha in mano e che ricade sulla sua
schiena e sul mezzo tronco al quale si appoggia la gamba destra.
Quando Michelangelo esattamente 500 anni fa lo mostrò ai fiorentini,
il David splendeva del bianco abbagliante del marmo con raffinati
tocchi dorati. Emula dello splendore bianco e oro delle statue
crisoelefantine di epoca classica, che il Buonarroti aveva superato
in bellezza e perfezione. “Alto sul piedistallo, di misure
imponenti, quasi accecante nell’eburneo splendore, di una nudità mai
fino ad allora rappresentata in scala così grande e con tanto
realismo, il Gigante scolpito da un artista non ancora trentenne era
fatto per stupire il mondo” (Paolucci).
L’immagine scolpita da Michelangelo è molto diversa dall’iconografia
tradizionale. L’eroe è generalmente rappresentato nel momento
successivo all’uccisione di Golia, ormai vittorioso e sereno, armato
di spada o con la testa di Golia ai suoi piedi.
Michelangelo sceglie un momento diverso, quello che precede la
battaglia. Lo sguardo del David è intenso, deciso, concentrato.
David è un uomo maturo, nell’espressione del suo volto sembra di
poter scorgere la consapevolezza dell’importanza del proprio
destino. Insomma non si tratta del giovane pastore di cui parla la
Bibbia. “La figura scolpita dal Buonarroti rispecchia molto bene
l’instabilità politica dell’epoca in cui fu creata: è quella di un
eroe guardingo” (Radke) pronto a difendere la libertà della
repubblica.
Il marmo perfettamente levigato, nel quale Michelangelo evidenzia
tensione muscolare e perfezione anatomica, è al tempo stesso
immagine di forza e di instabilità. La prima suggerita dalla
immobile solidità della parte destra della statua, gamba e braccio
perfettamente distesi, cui fa da contrappunto una più mobile parte
sinistra “aperta e dinamica” (Heusinger).
E' nel 1873 che la statua viene trasportata al coperto, nel museo
dell’Accademia; nel 1910 di fronte a Palazzo Vecchio sarà sistemata
una copia di Luigi Arighetti. Mentre è terminato
nel maggio del 2004 un intervento di pulitura per rimuovere dalla
superficie della statua polveri e patine che vi si erano depositate
nel corso dei secoli.
antonella bicci |
(©
Exibart.com)
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