BOLONHA, 2 AGO (ANSA) - O presidente italiano, Giorgio
Napolitano, qualificou de "terrível fato criminal que pretendia
demolir o sistema democrático" o atentado realizado em 1980, por
militantes de extrema direita, na estação ferroviária de Bolonha,
noroeste do país, que provocou a morte de 85 pessoas e mais de 200
feridos, do qual hoje se cumpre o 26º aniversário.
Na ocasião do aniversário do massacre, Napolitano enviou hoje uma
mensagem de solidariedade a Paolo Bolognesi, presidente da associação
de familiares das vítimas.
"Com a cidade de Bolonha, toda a Itália encontrou imediatamente a
força para reagir e manteve com o tempo a determinação em consolidar
os valores fundamentais da República e a vontade de construir
condições seguras para a convivência civil", afirmou o chefe de Estado
italiano na mensagem.
Napolitano dirigiu "aos familiares das vítimas inocentes e a seu
desejo de verdade, um pensamento comovente, interpretando os
sentimentos de solidariedade de todos os italianos unidos hoje na
memória daquele dia terrível".
Por sua parte, o primeiro-ministro, Romano Prodi, enviou ao prefeito
de Bolonha, Sergio Cofferati, outra mensagem na qual afirmou que o
atentado na estação de Bolonha "é uma das muitas páginas negras" da
história do país, "uma ferida inflingida à democracia, uma democracia
dilacerante que não cicatriza".
As cerimônias em memória do massacre começaram esta manhã na
prefeitura de Bolonha com o encontro privado dos familiares das
vítimas com o prefeito Cofferati.
Após o encontro, ocorreu uma cerimônia oficial na sala do Conselho
Municipal, na qual Cofferati afirmou que "Bolonha é uma cidade que foi
ferida em mais de uma ocasião".
"A verdade histórica está clara, a judicial necessita ainda de maiores
esclarecimentos: a ferida poderá se cicatrizar apenas quando não
tiverem verdades a serem esclarecidas", acrescentou.
"Não temos espírito de revanche, mas vontade de justiça, e a justiça
se conseguirá com o conhecimento", precisou.
As 10h25 locais do dia 2 de agosto de 1980, em frente a sala de espera
de segunda classe da estação central de trens da cidade, explodiu uma
bomba que provocou o atentado mais sangrento da história do país.
Dois militantes do grupo terrorista de extrema direita NAR (Novo
Exército Revolucionário), Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, foram
condenados à prisão perpétua como autores materiais do crime, pena
confirmada em 1995. Eles cumprem um regime de semiliberdade que lhes
permite trabalhar fora da prisão.
Após mais de 10 processos e diversos investimentos e mudanças da
situação judicial, a justiça nunca chegou aos verdadeiros mandantes do
atentando mais grave na história da Itália. (ANSA)
(©
Ansa EuroSul)
Dopo cinque anni nessun fischio
BOLOGNA
- Negli ultimi cinque anni la cerimonia di commemorazione
della strage di Bologna era stata sempre segnata dalle contestazioni al
rappresentante del governo. Oggi, alla manifestazione di Piazza Medaglie
d'Oro, davanti alla sala d'aspetto di seconda classe in cui esplose
l'ordigno che causò la strage, nessun fischio ha accompagnato
l'intervento del ministro per l'Attuazione del programma Giulio
Santagata. E ci sono stati applausi per il presidente dell'Associazione
familiari delle vittime Paolo Bolognesi e il sindaco Sergio Cofferati.
Da un piccolo gruppo è partito qualche fischio quando Cofferati ha
citato le forze dell'ordine, ma è stato zittito immediatamente dal resto
della piazza.
La giornata delle commemorazione di questa mattina è iniziata con
l'incontro privato del sindaco di Bologna con i familiari delle vittime.
Il corteo per commemorare le vittime e chiedere la verità ha quindi
sfilato per le strade della città. E Cofferati, nella prima parte del
suo intervento nell'aula del Consiglio comunale, ha sottolineato che
oggi si ricordano i morti della stazione, ma anche altre pagine nere che
hanno insanguinato la nostra storia e ha ricordato poi la strage di
Ustica, le persone uccise dai criminali della Uno bianca e l'uccisione
del professor Biagi. Poi, commentando, a Piazza Medaglie d'Oro,
l'andamento della manifestazione, ha messo in luce il gesto di
responsabilità delle persone presenti, sottolineando che la conoscenza
di ciò che è accaduto è la cosa decisiva per dare credibilità alle
istituzioni democratiche e ha ribadito la necessità di abolire il
segreto di Stato nei delitti di strage e terrorismo, per consolidare la
cultura del rispetto e della legalità.
Il 2 agosto 1980, alle 10.25 una bomba esplose alla stazione di
Bologna provocando 85 morti e 200 feriti. Ventisei anni dopo Bolognesi
torna a chiedere verità sui mandanti di quanto accaduto alla stazione di
Bologna, sostenendo che la vicenda dimostra "il fallimento di un'intera
generazione politica che non è stata capace di vincere l'omertà di Stato
a scapito della verità". Dal palco continua il suo intervento,
affermando che ancora oggi esiste chi tenta di inquinare i risultati di
anni di indagini difficili, e ricordando che "l'ultimo tentativo di
depistaggio, in ordine di tempo, è venuto dalla Commissione parlamentare
Mitrokhin dove, pur di scagionare fascisti e piduisti e non arrivare
alla verità, si è tentato, ancora una volta, di avallare un'inesistente
pista internazionale". L'Associazione familiari delle vittime chiede
l'applicazione della legge 206 'Nuove norme a favore delle vittime del
terrorismo e delle stragi di tale matrice' approvata nel 2004 e ancora
in parte inapplicata.
A stretto giro di posta risponde il ministro Santagata, ultimo ad
intervenire dal palco, impegnandosi a nominare un commissario
straordinario in grado di garantire un'applicazione più efficace della
legge dei familiari delle vittime di stragi e di atti di terrorismo, ma
ricordando che il segreto di Stato non è mai stato sollevato sulla
strage di Bologna. "Oggi abbiamo una verità giudiziaria e una verità
storica ma manca ancora qualcosa per fare piena luce su questa vicenda -
dice il ministro - Non è questione di formali opposizioni del segreto di
stato che, peraltro, andrà riformato e limitato nel tempo". Quello che
lo Stato deve rinsaldare, secondo il ministro, è il patto di fiducia con
i cittadini.
(©
La Repubblica) |